Come “Centro Economia Digitale” riteniamo non ci sia analogia più adatta per descrivere il cambio di passo che porterà il nuovo regolamento europeo per il trattamento dei dati personali. Fino a qualche settimana fa al centro dell’universo c’erano le piattaforme che gestiscono i dati. Ora invece, da quando è entrato in vigore il Regolamento europeo per il trattamento dei dati, al centro ci sono i singoli cittadini.
E ha un aspetto globale: non riguarda infatti solo i residenti nell’Ue ma coinvolge tutte le aziende che hanno attività con e verso i paesi dell’Unione.
Negli ultimi anni tutti noi ci siamo trasformati dai consumatori ai produttori di dati e questi dati, nel corso del tempo, sono diventati un grande valore economico, ma anche sociale. Si sono configurati quindi come una infrastruttura essenziale che l’Europa deve proteggere e rendere accessibile e omogenea per tutti i cittadini: ecco dunque la funzione del Regolamento che si muove su due binari.
Il primo è quello della maggiore responsabilizzazione di chi gestisce i dati; l’altro è quello della consapevolezza dei cittadini che ne sono possessori.
In pratica l’utilizzo dei nostri dati in maniera intensiva da parte di tutti gli operatori web dovrebbe essere superato da questo regolamento generale. Facciamo un esempio: se siamo in macchina e decidiamo di fare una fotografia e poi la mettiamo su Facebook con quella foto abbiamo fornito informazioni rilevanti: i soggetti, il luogo, l’ora, il modello del cellulare, il gestore telefonico, il percorso, il meteo.
Tutte queste informazioni possono essere elaborate per una proposizione commerciale. Il tema è che questi dati non sono in nostro possesso.
Questa piccola rivoluzione copernicana del regolamento dovrebbe consentirci di subire meno questo attacco e di tutelare maggiormente i dati che noi diamo inconsapevolmente.
Fonte: huffingtonpost.it